
Serralunga d’Alba, 14 giugno 2018 – “Se mi ami davvero, regalami quella tenuta!”- Devono essere state queste le parole che Rosa Vercellana, giovane donna dalle umili origini, conosciuta come “Bela Rusin”, pronunciò di fronte all’allora sovrano del Regno di Sardegna, pretendendo in dono come pegno d’amore 52 ettari a Serralunga d’Alba, nella sottozona Fontanafredda. Era il 1858 e, mentre l’Italia unita prendeva forma nella testa di Cavour, Garibaldi e di una manciata di idealisti patrioti, il Re Vittorio Emanuele II si innamorava perdutamente di una contadinella dalle forme prosperose ed i lunghi capelli corvini.
Così, 160 anni fa, nasceva Fontanafredda, che oggi sembra l’ombelico del mondo della viticoltura ed enologia di Langa. Così, nel nome dell’amore, la tenuta vinicola recentemente nominata “Cantina Europea dell’Anno” dal prestigioso magazine Wine Enthusiast ha voluto celebrare negli ultimi 3 giorni questo importante compleanno insieme ai migliori clienti e partner arrivati da ogni zona dell’Italia e del mondo. Nel contesto magico di una rievocazione storica che ha letteralmente riportato in vita i personaggi che animavano il borgo a metà dell’Ottocento, primi fra tutti Vittorio, la Rosina e Cavour, Oscar Farinetti in persona ha guidato gli ospiti alla scoperta delle tante novità di un’azienda che, negli ultimi dieci anni, ha letteralmente cambiato volto.
E se è vero che, citando Andrea Bocelli, ospite della Fondazione culturale Mirafiore di Fontanafredda, “l’amore è tutto, il motore della vita, il suo fuoco…”, si può davvero dire che Fontanafredda abbia fatto proprie le parole del grande tenore. Fontanafredda, infatti, nasce dall’amore che è anche il senso profondo della sua filosofia.
Amore per le proprie origini e la propria storia, celebrata attraverso la creazione di un museo inaugurato proprio durante i festeggiamenti, e di una collezione di riserve storiche di Barolo, dal 1982 al 2010, con etichette ad edizione limitata che richiamano i momenti salienti degli ultimi 160 anni della cantina.
Amore ed orgoglio per i propri vini, in grande rispolvero nello stile e nel packaging, per reinterpretare la tradizione in chiave più contemporanea. Nasce così l’ultima riserva di Barolo 2010, dedicata proprio ai centosessant’anni e presentata anch’essa in anteprima mondiale.
Amore per i 120 ettari che costituiscono il patrimonio aziendale, che dato l’impulsio per la realizzazione del primo “Villaggio Narrante” d’Italia, dove ogni scorcio, ogni attrazione ed ogni edificio sono descritti grazie ad una vasta cartellonistica distribuita nel parco ed associata ad un’app multimediale.
Amore per la terra unica di Langa, che ha richiesto un grande sforzo per l’ottenimento della certificazione ufficiale legata alle pratiche di agricoltura biologica. Perchè il biologico non è solo una richiesta di molti mercati che ormai cominciano a de-listare i vini non bio ma anche un atto di rispetto nei confronti delle generazioni future.
Amore per le tradizioni e la bellezza del paesaggio, a seguito del quale Fontanafredda sta portando avanti i lavori legati all’Hotel Diffuso “Le Case dei Conti Mirafiore” che, nel giro di pochi anni, vedrà potenziata l’attuale offerta ospitativa di 25 camere con due nuove strutture collocate nelle splendide cascine dei mezzadri, nel cuore dei migliori vigneti, per un totale complessivo di 60 camere ed una spa.
160 anni di storia, segnati da valori e principi profondi, sono ormai scritti e hanno reso Fontanafredda una realtà unica nel panorama vinicolo italiano. Ora, si tratta di affrontare il futuro con ottimismo e proattività, approcciando i mercati nazionali ed internazionali con atteggiamento innovativo, aperto al cambiamento e alle sfide di una realtà ancora tutta da scoprire. Come ha ripetuto più volte Oscar Farinetti, da 10 anni alla guida della cantina, “Il mercato del vino italiano sta bene ed è destinato a crescere: lo dicono i numeri, primo fra tutti il prezzo medio delle bottiglie, in continua ascesa. Ma il più deve ancora essere fatto: l’Italia è attualmente il più grande produttore di vino mondiale e tale quantità non va incrementata più di tanto. Quel che dobbiamo fare è focalizzarci sul prezzo medio, lavorando certamente sulla bontà del vino, ma anche sulla pulizia e soprattutto sui valori immateriali, raccontando al 99,17% di cittadini del mondo non italiani il nostro unico terroir, la nostra storia e le nostre tradizioni.”